martedì 14 febbraio 2012

Katzelmacher @Angelo Mai

KATZELMACHER, ‘CAPITOLO I DI UNA TRASCURABILE TRILOGIA EUROPEA’
da Rainer Werner Fassbinder

progetto e regia Lisa Ferlazzo Natoli
Katzelmacher:
Espressione idiomatica dispregiativa,
significa più o meno “terrone”
1939: i sudtirolesi si trasferiscono in Tirolo, immediatamente chiamati katzelmacher dai ‘tedeschi’, termine dispregiativo usato per definire gli ‘italiani’.
Questo insolito testo di Fassbinder è un racconto sul fascismo di provincia, sui sistemi coercitivi del branco, e sui meccanismi di sopraffazione.
Su laceranti sensi d’inferiorità.
Sugli stereotipi, dell’immaginario e del linguaggio.
La vicenda si può ridurre a poche righe, quasi sconcertante nella sua banalità: intorno al 1970 in un’imprecisata cittadina tedesca – il cui sostanziale benessere è tenuto ostinatamente fuori campo – l’arrivo di un lavorante straniero scatena i pettegolezzi, l’astio e i desideri di un gruppo di giovani, fino a raggiungere una piega violenta che si risolve però in un miserabile niente di fatto.
I giovani di Fassbinder hanno tutte le distorsioni della società in cui abitano e in cui, pure, non riescono a integrarsi: indolenti, opportunisti, diffidenti, genericamente xenofobi, vigliacchi e violenti.
E soprattutto, privi di desideri abbastanza saldi da spezzare questo inconsapevole e allucinatorio rito di gruppo.
E un senso di terrore imminente scivola giù da ogni singola parola.


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